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Il Consiglio comunale ieri si è aperto con un minuto di silenzio per ricordare Fernando Capecchi, morto nei giorni scorsi. Nel 1974 aveva fondato l’agenzia Vegastar dedicando la propria vita al mondo artistico e allo spettacolo, scoprendo personaggi come Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni, Giorgio Panariello, Massimo Ceccherini e il cantante Zucchero Fornaciari. A ricordarlo il sindaco Alessandro Tomasi, il capogruppo del Partito Democratico Matteo Giusti e il consigliere di Pistoia Ecologista Progressista Francesco Branchetti. Il sindaco, a nome della Giunta e di tutta l’assemblea, ha manifestato vicinanza alla famiglia.
Il Consiglio comunale poi è passato a due riconoscimenti di debiti fuori bilancio: uno in merito a una sentenza della Corte di Appello di Firenze (sezione lavoro e previdenza anno 2024) e l’altro riguardo una sentenza emessa dal Giudice di Pace di Pistoia. Entrambi i provvedimenti sono stati votati con 17 voti favorevoli (Fratelli d'Italia, Avanti Pistoia per Ale Tomasi Sindaco, Forza Italia - Amo Pistoia Civica e Lega), 10 contrari (Partito Democratico, Pistoia Ecologista Progressista e Civici Riformisti) e nessun astenuto.
I due provvedimenti sono stati presentati dall’assessore al bilancio Margherita Semplici.
«Si tratta di due debiti fuori bilancio che, per legge, scaturiscono da sentenze esecutive – ha spiegato l’assessore -. Il primo riguarda una sentenza della sezione lavoro della Corte di Appello di Firenze, che ha confermato la sentenza del Tribunale di Pistoia (sezione lavoro) e per la quale il Consiglio comunale era già stato chiamato al riconoscimento di un debito fuori bilancio. L'Amministrazione in quella sede ha ritenuto che fosse opportuno procedere con l'impugnativa della sentenza, ma in realtà la Corte di Appello ha confermato il giudizio del Tribunale di Pistoia».
«Per quanto riguarda invece il secondo riconoscimento di debito fuori bilancio – ha proseguito Semplici - si tratta della sentenza numero 614 del 2024, emessa dal Giudice di Pace in un procedimento del 2023. Come spiegato in Commissione consiliare, si tratta di un errore di un ufficio del Comune che ogni anno protocolla circa 70.000 pec. Come evidenziato anche dal dirigente, su un numero così rilevante di atti, può capitare un errore che, in questo caso, ha comportato l’archiviazione di un atto che invece andava trasmesso agli uffici perché potesse procedere il suo iter amministrativo».
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Ultimo aggiornamento: 9 dicembre 2024, 11:32