Descrizione
Oggi, venerdì 18 luglio, alle 18, nel salone al primo piano del Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, è stata inaugurata l’opera installativa Federico Gori | Il suono del carbone, a cura di Lorenzo Madaro, secondo il progetto promosso e realizzato dal Comune di Pistoia vincitore del PAC2024 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Intervengono Benedetta Menichelli, Assessore alle attività e istituti culturali, l’artista Federico Gori, il curatore Lorenzo Madaro e il maestro organaro Samuele Maffucci. Introduce e coordina Elena Testaferrata, direttrice dei Musei Civici di Pistoia. Apertura straordinaria fino alle ore 21.00.
Il progetto IL SUONO DEL CARBONE prevede la realizzazione di un'opera installativa ispirata al lavoro dei carbonai nel territorio pistoiese. Quello del carbonaio era il mestiere di trasformare la legna in carbone attraverso un procedimento complesso di combustione controllata in una struttura chiamata carbonaia che richiedeva grandi conoscenze ed abilità, molto diffuso fino alla metà del secolo scorso nelle località di montagna e di collina con abbondanza di legna. Il progetto si pone l’obiettivo, da un lato, di onorare la memoria di un mestiere antico, dall'altro di avvicinare simbolicamente ancora di più Pistoia alle sue montagne.
L'opera installativa si compone di due parti, progettate in modo da essere posizionate in due luoghi diversi, distanti circa 200 metri, ma collegati fra loro dai diversi spazi di pertinenza del Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni: un elemento scultoreo in forma di Carbonaia aperta, progettata site-specific per il Giardino del Carbonile, attiguo a quello di Palazzo Fabroni lungo via Santa; e da una Macchina musicale, capace di riprodurre suoni e rumori evocativi delle carbonaie e del lavoro nei boschi, cui è destinata un’intera piccola sala della collezione permanente al primo piano del museo.
Le due parti sono in dialogo costante. Grazie infatti al sistema QR code, l’audio prodotto dalla macchina sonora in Palazzo Fabroni è udibile anche da chi si trova di fronte all’elemento scultoreo nel Giardino del Carbonile. Nel suo insieme, l’opera si presenta perciò non soltanto come un elemento visivo/sonoro di grande impatto e suggestione, ma anche come uno strumento in grado di creare una relazione tra lo spazio e lo spettatore, agendo a livello percettivo ed esperienziale su più livelli.
Il primo elemento, collocato nel Giardino del Carbonile e realizzato in calcestruzzo armato ed elementi in foglia rame, richiama nell’aspetto una carbonaia, ma a differenza di quelle reali, dalla tipica forma conica/arrotondata, appare in questa versione tagliato diagonalmente, mostrando il suo interno e trasformandosi così in una sorta di elemento sacro/rivelato.
L’aspetto più importante è dato dalla sua ‘pelle’: il calcestruzzo con cui è stato realizzato porta infatti impressi alcuni elementi formali scelti per il loro valore evocativo. Sulla parte ‘esterna’ sono impresse le impronte e le pieghe formate da una serie di coperte e teli sovrapposti, scelti perché connessi simbolicamente al senso di cura e di protezione che i carbonai dovevano dedicare alla carbonaia durante le complesse fasi di lavoro. Sulla parte ‘interna’ sono invece riportate le impronte dei tronchi e dei legni disposti simbolicamente a ricordare la tecnica utilizzata dei carbonai, rivelandone così il suo cuore, la sua anima solitamente nascosta.
Il secondo elemento, realizzato grazie alla collaborazione con Andrea Michelozzi e con il supporto dal maestro organaro Samuele Maffucci, è ispirato alla grande tradizione organaria pistoiese, presente in città già dal XVI secolo, ed è posizionato all’interno di Palazzo Fabroni.
Consiste in un dispositivo in legno di castagno e metallo, che grazie al movimento dell’aria prodotta da un elettroventilatore posto all’interno del basamento, fa ‘suonare’, dopo diversi passaggi, una serie di canne ad anima. Gli effetti sonori che vengono replicati sono quelli tipici dei boschi e delle carbonaie: il crepitio del legno, lo sfiato del fumo, lo scricchiolio del carbone, gli uccelli, il vento ed una melodia che corrisponde ad una traduzione per organo ispirata al canto popolare Lamento del carbonaro nella versione di Caterina Bueno.
Il Comune di Pistoia ha realizzato il progetto, con il sostegno del PAC- Piano per l'Arte Contemporanea, promosso della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, perché l'opera installativa ispirata al lavoro dei carbonai nel territorio pistoiese, attraverso i due elementi che la compongono, consegue un doppio obiettivo: da un lato arricchisce la collezione permanente del Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni; dall'altro, occupando un angolo del Giardino del Carbonile, va ad implementare il 'sistema' di aree a verde della zona settentrionale della città storica, tutte contaminate di arte contemporanea.
Inoltre, insieme alla sala dedicata ai tre video-ritratti di Paolo Uccello, del Sodoma e di Giorgio Vasari, facenti parte del progetto su Vasari di Federico Tiezzi, e all’intervento permanente di sound art allestito secondo il progetto di Tempo Reale sotto l’ampio loggiato prospiciente il ‘giardino d’autore’ di Palazzo Fabroni, opere vincitrici rispettivamente delle edizioni 2021 e 2022-2023 del PAC - Piano per l'Arte Contemporanea, contribuisce a determinare un vero e proprio riassetto complessivo del museo grazie al suo progressivo ampliamento dalle sale della collezione permanente verso l’esterno, oltre via Santa.
Dopo la mostra personale del 2015 Come afferrare il vento, all’installazione del 2016 Underground n° 02 pensata ‘ad hoc’ per una delle sale del museo e alla collaborazione con i progettisti Alessio Gai, Michele Fiesoli e Maria Chiara Mannelli per la completa riconfigurazione, nel triennio 2019/2021, dello spazio esterno come un ‘giardino d’autore’ contemporaneo, si tratta del ritorno di Federico Gori, accompagnato da Lorenzo Madaro, nel Museo del Novecento e del Contemporaneo della città in cui vive e lavora.
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Ultimo aggiornamento: 18 luglio 2025, 19:17