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Comunicato N. 270 del 15-04-2016 |
Cat. LAVORI PUBBLICI
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Pistoia capitale della cultura 2017: pubblicato il bando per la ristrutturazione dell’ex chiesa di S. Jacopo in Castellare | |
Le proposte dovranno essere presentate entro il 2 giugno. La gara si svolgerà in modalità telematica, e dunque non saranno ammesse offerte cartacee |
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![]() Con questo importante progetto di riqualificazione si aggiunge un altro importante tassello al lavoro dell’Amministrazione, in vista del 2017 quando Pistoia sarà capitale italiana della cultura.
La gara si svolgerà in modalità telematica, quindi non saranno ammesse offerte cartacee. Per partecipare alla procedura, i soggetti interessati dovranno identificarsi sul sistema telematico acquisti dell’Amministrazione comunale alla pagina https://start.e.toscana.it/comune-pistoia/, dove saranno disponibili il bando, il disciplinare di gara, il capitolato speciale, la documentazione tecnica e i modelli necessari.
I concorrenti, inoltre, dovranno obbligatoriamente prendere parte ai sopralluoghi che saranno effettuati il 5 il 12 maggio, dalle 10 alle 12, dal servizio edilizia pubblica. Non è necessaria la prenotazione.
![]() Il progetto di ristrutturazione di San Jacopo in Castellare prevede il recupero del complesso monumentale attraverso opere di restauro e ristrutturazione che consentiranno di accedere all’edificio da più punti, garantendone la piena fruibilità. I lavori permetteranno di raggiungere dalla piazzetta delle Scuole Normali la ex aula della chiesa di San Jacopo, che diventerà una saletta per le conferenze; attraverso la piccola corte preesistente e la sistemazione delle aree a verde esterne, inoltre, da vicolo San Jacopo e da via del Carmine sarà possibile arrivare agli spazi posteriori della ex canonica, che al termine dell’intervento saranno destinati a uffici per funzioni culturali qualificate. L’intervento, dall’importo previsto di tre milioni di euro, sarà finanziato per due milioni dalla Fondazione Cassa di Risparmio e dal Comune di Pistoia per il restante milione. La Fondazione, rispondendo ad una richiesta dell’Amministrazione comunale, aveva già coperto anche i costi per l’indagine conoscitiva preliminare e per la redazione del progetto di restauro.
L’intervento – progettato dallo Studio Gurrieri - consentirà di godere delle potenzialità monumentali dell’edificio, riproponendolo con nuove modalità funzionali e di arredo. La particolare attenzione posta alla struttura del solaio ligneo consentirà di godere anche delle tracce architettoniche dei precedenti impianti. Sarà restaurata la delicata copertura, consolidate le pareti, restaurati gli affreschi e l’intero impianto decorativo. Anche i locali contigui all’aula (il volume della chiesa) saranno consolidati e riordinati per ospitare funzioni di archivi e “fondi” specialistici, nonché piccole mostre; a ciò è da aggiungere anche il recupero dello spazio retrostante che diventerà una terrazza a verde che costituirà un raccordo urbano e di relazione importante. La tecnologia impiantistica impiegata permetterà inoltre di configurare lo spazio come un vero e proprio “polo culturale” modernamente attrezzato.
Si tratta dunque di un progetto molto importante, per certi versi addirittura "storico", che rappresenta un ulteriore passo in avanti nel recupero del patrimonio architettonico cittadino, e che si iscrive pienamente dentro la strategia dell´Amministrazione, volta al rafforzamento dell´identità di Pistoia come città d´arte.
La storia. Si suppone che la chiesa, chiamata popolarmente San Jacopino, risalga all´XI secolo, anche se la prima attestazione è datata 1131. Come hanno messo in luce gli scavi nella navata, in seguito ai quali è stata rinvenuta un’abside primitiva, l’edificio sostituì una precedente chiesa paleocristiana. È detta in Castellare perché edificata in una zona sopraelevata all’interno della prima cerchia di mura, sulla quale nel X secolo era stato eretto un fortilizio.
L’aspetto odierno è frutto delle modifiche apportate a metà del Duecento: la navata è stata allungata e sono state aggiunte delle cappelle laterali che ne trasformarono la pianta da basilicale a croce latina. La chiesa, che non svolge più la sua funzione religiosa dal 1784, fu in seguito trasformata in un lanificio, nel quale lavoravano giovani indigenti ospitate nelle Scuole normali leopoldine, nell’edificio che adesso accoglie Archivio di Stato.
Oltre a un affresco decorativo che simula un drappeggio geometrico, rifinito in alto da una cornice policroma, sono presenti anche due quadri d’epoca posteriore: il primo raffigura due vescovi e due sante, probabilmente Maria Maddalena e Caterina; il secondo rappresenta una Madonna col Bambino, un frate domenicano e una figura inginocchiata. |
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Autore: mp-as |
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